La motocicletta, a differenza di altri mezzi di locomozione, non ha un suo equilibrio statico;
per averne, bisogna salire in sella ed andare, e l’equilibrio arriva di conseguenza.
Procedere in “monoruota”, cioè in equilibrio sulla ruota posteriore o anteriore, richiede inoltre una spiccata sensibilità nella guida ed un
particolare senso dell’equilibrio.
Queste particolari “caratteristiche” non distinguono un buon motociclista da un altro, ma ne evidenziano alcune qualità.
…“Considero da sempre il monoruota la mia unità di misura per capire meglio la ciclistica e l’equilibrio di qualsiasi mezzo a due ruote”…
Mantenendo la moto in “deboùt”, per usare un termine circense a me caro, si miscelano i pesi, le forme, l’erogazione della potenza del motore e le sensazioni che ne derivano.
Si esaspera così, la ricerca dell’equilibrio e del baricentro e bisogna costantemente miscelare l’erogazione della potenza del motore, il peso della moto e di chi guida.
Per avere un maggior controllo dell’ equilibrio, mi posiziono nella parte posteriore della sella; le braccia sono tese, per tenere la schiena più vicina all’asfalto ed abbassare il baricentro.
L’ indice sinistro e il destro sono pronti rispettivamente sulla leva della frizione e del freno anteriore ed aiutandomi con il freno posteriore, evito il ribaltamento;
proseguo a velocità costante e provo a dirigere la moto dove desidero.
Moto diverse, diversi equilibri; diverse modi di andare in monoruota.
“Quella strana attrazione per l’asfalto e per il monoruota, si era trasformata in una professione”.
Galleria Fotografica MONORUOTA
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